Post in evidenza

INDICE DI LETTURA E RIFERIMENTI UTILI

Ciao a tutti! Questo sarà un post in evidenza che aggiornerò man mano che il Romanzo FantaSì verrà composto. Prima di iniziare volevo in...

lunedì 24 dicembre 2018

Romanzo, racconto o videogioco e la trama: Le 3 caratteristiche contemporanee

Oggi tengo genio di scrivere sebbene non si tratti della prosecuzione del racconto - che ho già pronto in realtà - ma della creazione di una sorta di ..rubrica(?). Insomma tengo un blog no? Ha fatto circa 200 lettori dal primo post, quindi, di media ci sta un po' di gente che è venuta a sbirciare, tanto vale interagire, confrontarsi e crescere.

Su cosa scrivo quindi? Semplicemente un'opinione/analisi sui lettori prendendo in primis me come riferimento, dato che se da un lato scrivo, dall'altro leggo circa un libro al mese e se non facessi due lavori probabilmente raddoppierei il mio tempo di lettura, ed infine sbirciando i dati che posso raccogliere tra il blog e facebook.

L'analisi che intendo fare parte da quelle che definisco "esigenze di trama", cioè la risposta alla domanda che mi sono posto: Che tipo di trama mi piacerebbe leggere, quali caratteristiche deve avere?

Diventa pleonastico rispondere che deve essere ben strutturata, scritta ed avvincente. Le caratteristiche generali non mi interessano più di tanto perché sono dettate semplicemente dal buon senso, voglio piuttosto mettere l'accento su alcune peculiarità che, sebbene siano logiche, sono poco discusse.

1) Trama personale

Che intendo con ciò? Semplicemente l'indirizzo generale della macro trama. Sono dell'opinione che l'interesse di una storia sia suscitato non solo dalle caratteristiche sopracitate ma anche da alcuni zeitgeist con cui ci interfacciamo quotidianamente nella nostra vita. Negli anni 80-90 si è visto il successo degli "Action Heroes", gente che salvava il mondo, salvava questo, salvava quello. Erano gli anni del boom economico ed c.d. Boomers, non dovendo necessariamente "pensare troppo alla vita", si rispecchiavano in eroi che facevano qualcosa di straordinario dato che l'ordinario era piuttosto scontato. Oggi no, molti di noi sono precari, vivono fuori sede, fanno sacrifici immani, e tendenzialmente tralasciando alcuni fortunati produciamo meno reddito rispetto ai nostri genitori. Il nostro quotidiano non è più scontato o socialmente condiviso, per noi vivere giorno per giorno equivale ad un'avventura, una battaglia, ecco perché tendenzialmente credo che ci rispecchiamo in eroi la cui avventura principale è per la propria vita. Si, i nostri protagonisti potranno salvare mondi, regni, personalità importanti, ma quello che si suda la vita lo sentiremo più nostro.

2) Nè eroe nè antieroe

Il tempo dell'infanzia è finito e siamo mediamente più istruiti rispetto al passato. Significa che il nostro interesse viene catalizzato da situazioni sempre più sfaccettate e complesse, avete presente il successo di GoT (o Asoiaf per i puristi)? Vabbè, lì si fa un poco di bordello esagerando all'eccesso con gli intrecci, ma il senso è quello. Abbiamo necessità di essere stimolati intellettualmente in maniera meno semplice; non siamo più bambini, le favolette ci possono piacere o interessare come pezzi d'antiquariato e di media l'alta mole di informazioni ed istruzione con cui ci confrontiamo ci rendono più avvezzi a complessità strutturali di trama e retorica, quindi anche l'interiorità dei personaggi deve rispondere a queste caratteristiche. Come lo vedete il buono che fa sempre il buono e si comporta da buono? Oppure il nuovo personaggio che entra in scena con la voce da cattivo, i vestiti da cattivo, le azioni da cattivo e che n'altro poco vi fa "wagliù, io sono cattivo eh?". Oppure il classico buono che diventa cattivo o il buono che in realtà è burbero e tenebroso? Sono belli, vanno bene, ma, imho, la chiave di tutto è una: Trasformazione.

3) La fruibilità pratica

Questa è una caratteristica dettata dall'esperienza squisitamente personale dello scrivente. In linea di massima mi interfaccio con un "pubblico" della mia età a salire o immediatamente precedente, che come me, si ritrova a desiderare i giorni composti da 36 ore o più; chi lavora tanto, ha famiglia, ma anche chi non la ha e si trova a dover studiare e lavorare o studiare fuori con tutti gli annessi e connessi del caso. La struttura ideale (o almeno quella ideale per me) diventa quindi quella di simulare la "serie", la produzione regolare di spezzoni che man mano andranno a comporre tutto il mosaico. Ad onor del vero con un libro si fa la stessa cosa, basta mettere il segnalibro elettronico oppure piegare la pagina quando si appoggia sul comodino, ma come si fa quando il libro non è finito? Oppure, e se io non volessi finirlo il libro? E se domani si dovesse creare un pubblico che esterna idee e suggerimenti? Perché la trama non dovrebbe prendere un'altra piega rispetto a quella che mi ero prefissato, grazie ai commenti?

Insomma, queste sono le 3 caratteristiche che ho deciso di attribuire alla storiella che sto condividendo, non è detto che ci riesca dato che non sono uno scrittore professionista, prendete il tutto come se fossero i miei 2 cents. Infine voglio aggiungere la "bonus feat.", cioè il perché scrivere. Il primo motivo molto comune sono i soldi (SI, AMMETTETELO, SI), il secondo è la vanagloria, (SI, AMMETTETELO#2, EGO EGO EGO), ma dato che il secondo è molto difficile raggiungerlo ed il primo alquanto impossibile, c'è un terzo motivo, personale che non starò a spiegare, quindi perché citarlo? Ma è semplice, decaduto il primo, decaduto il secondo, ci sarà sempre una ragione per continuare a scrivere.

Statev bbuon guagliù, e tant augurie a vuje e famiglij

Nessun commento:

Posta un commento